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  • Testa o croce

    Testa o croce

    La cattura 1
    Apr 3 2022

    Una sera di gennaio del 1993 in una remota provincia italiana, due giovani carabinieri, fermano un'auto. Una settimana dopo, il 15 gennaio 1993, Totò Riina viene arrestato, dopo 24 anni di latitanza. La cattura è il racconto di quella settimana decisiva. Quei pochi giorni fanno da cornice al racconto della sanguinaria stagione della mafia corleonese, di chi quella stagione l'ha vissuta e del gruppo di uomini che ha catturato Riina. Una settimana che diventa il racconto di un'epoca.

    Testa o croce

    La sera dell'8 gennaio 1993 in una remota provincia italiana, due giovani carabinieri in servizio su una strada provinciale. Passano poche auto. Ammazzano il tempo giocando a testa o croce, fino a quando più per noia che per un controllo vero e proprio, fermano un'auto.

    Sull'auto non c'è una persona qualsiasi, ma un uomo che chiede di poter parlare col Generale di Brigata. I due carabinieri sono impreparati a fronteggiare la situazione. Sono in un piccolo paese, dove non succedono certe cose. Non sanno nemmeno chi sia il Generale di Brigata, ma il fermato insiste e dice di voler accedere al trattamento riservato ai collaboratori di giustizia.

    Dopo parecchie telefonate riescono ad arrivare al numero dell'hotel sulle alpi in cui il generale sta trascorrendo una settimana bianca con la moglie. Terminata la telefonata coi carabinieri di provincia, il generale di Brigata sveglia nel cuore della notte la moglie per metterla al corrente del suo impegno improvviso e si allontana. L'azione riprende in caserma dove il fermato racconta al generale di Brigata di essere Balduccio Di Maggio, un killer di mafia scappato al nord, per sfuggire alla sentenza di morte decisa da Totò Riina e di essere disposto, in cambio di denaro e protezione, a collaborare alla cattura del boss dei boss, latitante da 24 anni.

    Di Maggio dice di essere stato un uomo di Riina fino a pochi mesi prima, di conoscerlo bene e di conoscere gli uomini che lo proteggono e lo coprono. Il generale di Brigata, non sapendo decidere da solo, contatta il procuratore Caselli che a sua volta dice di avere la persona giusta per interrogare il fermato, il capitano Ultimo, che da mesi è a Palermo in missione per catturare Riina. Contattato la notte stessa da Caselli, il capitano Ultimo chiede che gli venga mandato Di Maggio immediatamente a Palermo.

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    38 mins
  • 23 maggio

    23 maggio

    La cattura 2
    Apr 3 2022

    Una sera di gennaio del 1993 in una remota provincia italiana, due giovani carabinieri, fermano un'auto. Una settimana dopo, il 15 gennaio 1993, Totò Riina viene arrestato, dopo 24 anni di latitanza. La cattura è il racconto di quella settimana decisiva. Quei pochi giorni fanno da cornice al racconto della sanguinaria stagione della mafia corleonese, di chi quella stagione l'ha vissuta e del gruppo di uomini che ha catturato Riina. Una settimana che diventa il racconto di un'epoca.

    23 maggio

    Appena ricevuta la chiamata da Caselli, a Palermo, il Capitano Ultimo si convince che Di Maggio sia l'uomo giusto per dare una svolta alla ricerca di Riina.

    Durante l'attesa di Di Maggio, Ultimo e Arciere, dei suoi uomini che si occupa della strategia delle indagini, ripercorrono le tappe che li hanno portati a quel punto.

    Tutto è iniziato in un ufficio di Milano il 23 maggio del 92. Intorno alle 19,00. Quel giorno il capitano Ultimo e la giudice Boccassini stanno chiacchierando animatamente sul comportamento di un giovane collega, quando un telefono squilla.

    Da Palermo avvisano che, a causa di un'esplosione all'altezza dell'uscita di Capaci, nell'autostrada che va dall'aeroporto a Palermo, è stato ucciso il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e 3 uomini della scorta.

    La giudice Boccassini, legata al giudice Falcone da un rapporto umano, oltrechè professionale, scoppia in un pianto incontrollato. Ultimo è disorientato. Al dolore si aggiunge l'imbarazzo di dover consolare una persona così importante che non ha mai mostrato nessuna fragilità.

    Ultimo propone alla dottoressa Boccassini di scendere assieme immediatamente a Palermo. Quella sera stessa, prendono un aereo da Malpensa a Punta Raisi. Ma insieme a loro sull'aereo viaggia una comitiva di anziani che ha un umore molto diverso dal loro. Stanno andando in vacanza e hanno deciso comunque di non rinunciare al viaggio, anche se è successa la strage.

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    25 mins
  • La decisione è presa
    Apr 3 2022

    Una sera di gennaio del 1993 in una remota provincia italiana, due giovani carabinieri, fermano un'auto. Una settimana dopo, il 15 gennaio 1993, Totò Riina viene arrestato, dopo 24 anni di latitanza. La cattura è il racconto di quella settimana decisiva. Quei pochi giorni fanno da cornice al racconto della sanguinaria stagione della mafia corleonese, di chi quella stagione l'ha vissuta e del gruppo di uomini che ha catturato Riina. Una settimana che diventa il racconto di un'epoca.

    La decisione è presa

    All'aeroporto di Punta Raisi, vengono accolti in segreto da un collega carabiniere con cui Ultimo ha lavorato anni prima. Da Punta Raisi a Palermo la strada è interrotta e sono costretti a una deviazione su strade secondarie. Durante il tragitto il Carabiniere siciliano illustra a Ultimo e alla dottoressa Boccassini la realtà siciliana prendendo esempi molto distanti nel tempo come l'omicidio di Salvo Lima e l'arresto di Luciano Liggio.

    A suo dire, se si vuole davvero catturare Riina, è indispensabile conoscere il suo modo di ragionare. Il viaggio in macchina lungo le strade delle province siciliane termina nel momento in cui i tre arrivano alla camera ardente delle vittime.

    Davanti ai feretri di Giovanni Falcone, e Francesca Morvillo e dei tre agenti di scorta, di fronte ai poveri resti, a quello che rimane degli effetti personali, Ultimo prende la decisione di giocare d'anticipo sugli incarichi ufficiali per catturare Riina. Tornato a Milano da ordine ad Arciere e Aspide, i responsabile della logistica del suo gruppo scelto, di scendere subito a Palermo e preparare il terreno perché tutto il gruppo possa scendere a catturare Riina.

    A interrompere il racconto di Ultimo e Arciere interviene lo squillo di un telefono. È di nuovo il Procuratore Caselli che avvisa che Di Maggio sta volando verso Palermo e di andarlo a prendere in segreto in aeroporto.

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    31 mins
  • La verità di Joe

    La verità di Joe

    La cattura 4
    Apr 3 2022

    Una sera di gennaio del 1993 in una remota provincia italiana, due giovani carabinieri, fermano un'auto. Una settimana dopo, il 15 gennaio 1993, Totò Riina viene arrestato, dopo 24 anni di latitanza. La cattura è il racconto di quella settimana decisiva. Quei pochi giorni fanno da cornice al racconto della sanguinaria stagione della mafia corleonese, di chi quella stagione l'ha vissuta e del gruppo di uomini che ha catturato Riina. Una settimana che diventa il racconto di un'epoca.

    La verità di Joe

    Una volta a Palermo, Di Maggio viene trasportato in una stanza segreta da Arciere. Prima di essere interrogato si mostra estremamente preoccupato per la sua incolumità.

    Non si fida delle promesse del generale di Brigata e non si fida dell'aspetto del capitano Ultimo e dei suoi uomini che tutto sembrano tranne carabinieri. Il luogo in cui si trova poi, non ha l'aspetto di una caserma né tantomeno di un carcere. In particolare mostra una grande preoccupazione sulla possibilità di essere ristretto nel carcere dell'Ucciardone dove è certo che verrebbe eliminato da qualche detenuto affiliato a Riina, come è già successo ad altri, come avvenuto per Vincenzo Puccio, un killer che ha osato ribellarsi ed è stato trucidato dal compagno di cella.

    Ultimo invece di tranquillizzarlo, utilizza l'arma della minaccia per convincerlo a parlare e in una lunga notte di domande e risposte, Balduccio Di Maggio, tradisce Riina. Si accusa di molti omicidi, racconta la sua affiliazione, il legame con il Capo dei Capi di Cosa Nostra e i dissidi interni all'organizzazione che lo hanno spinto a cercare rifugio al nord. In particolare fa i nomi di alcune famiglie della cerchia di protezione di Riina, che Ultimo e i suoi uomini stanno già seguendo.

    Dopo la lunga confessione, Ultimo stringe il campo delle domande sulla pista che sta seguendo. Vuole sapere da Di Maggio se la famiglia Ganci, del quartiere Noce, che stanno seguendo da tre mesi, è la pista giusta. Di Maggio specifica che al momento i più vicini a Riina sono alcuni membri della famiglia Sansone, una famiglia di imprenditori edili incensurati, ma uomini d'onore a tutti gli effetti. Di Maggio fa anche il nome del vivandiere di Riina, che tutti i giorni si muove dalla campagna per portargli le verdure.

    Finito l'interrogatorio a notte fonda, Ultimo torna dai suoi uomini per informarli delle nuove strade da prendere.

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    42 mins
  • Essere invisibili

    Essere invisibili

    La cattura 5
    Apr 3 2022

    Una sera di gennaio del 1993 in una remota provincia italiana, due giovani carabinieri, fermano un'auto. Una settimana dopo, il 15 gennaio 1993, Totò Riina viene arrestato, dopo 24 anni di latitanza. La cattura è il racconto di quella settimana decisiva. Quei pochi giorni fanno da cornice al racconto della sanguinaria stagione della mafia corleonese, di chi quella stagione l'ha vissuta e del gruppo di uomini che ha catturato Riina. Una settimana che diventa il racconto di un'epoca.

    Essere invisibili

    L'indomani, molto presto, Vichingo e Omar, che vivono in un appartamento comune, si stanno preparando per una giornata di OCP, ovvero osservazione controllo pedinamento, la sacra trinità del gruppo.

    Nonostante l'importanza e la complessità dell'operazione, fra i due c'è un clima di grande leggerezza e autoironia, un clima che ha fortemente voluto il capitano Ultimo. Infatti dopo aver finito l'interrogatorio a Di Maggio, Ultimo ha voluto ricordare ai suoi l'importanza di non prendersi troppo sul serio, di stare ai margini, di essere invisibili. Per fare questo hanno un grande alleato nell'esercito per le strade della Sicilia.

    Gli occhi di tutti sono puntati sull'esercito e loro possono agire con maggiore libertà. In un flashback si racconta di come, dopo 4 giorni dall'attentato del 19 luglio 1992 in cui ha perso la vita il giudice Borsellino, il presidente del consiglio Giuliano Amato, ha inaugurato l'operazione Vespri Siciliani, la più grande operazione militare sul suolo italiano dopo la seconda guerra mondiale. E mentre l'esercito sbarca in Sicilia, nell'estate del 1992, il capitano Ultimo richiama a Milano Aspide, per sapere se tutto era tutto pronto per la discesa di tutto il gruppo.

    Aspide fa un report dettagliato di tutto quello che hanno fatto, dal reperire la base logistica segreta, nel retro di un negozio di fiori chiuso, agli appartamenti per tutti i membri del gruppo, alla conoscenza di tutte le aree della città. Aspide racconta che il problema più grande è costituito dal marcato accento della parlata siciliana che mette subito in una luce diversa chi non ce l'ha. A questo proposito racconta a Ultimo di un buffo incidente avvenuto in un quartiere popolare, proprio a causa della sua scarsa conoscenza di certe abitudini linguistiche.

    Dal resoconto di Aspide, il capitano Ultimo capisce che per la loro discesa a Palermo manca solo l'investitura ufficiale di un alto grado dell'arma e proprio in quel momento qualcuno bussa alla porta del suo ufficio.

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    26 mins
  • La promessa

    La promessa

    La cattura 6
    Apr 3 2022

    Una sera di gennaio del 1993 in una remota provincia italiana, due giovani carabinieri, fermano un'auto. Una settimana dopo, il 15 gennaio 1993, Totò Riina viene arrestato, dopo 24 anni di latitanza. La cattura è il racconto di quella settimana decisiva. Quei pochi giorni fanno da cornice al racconto della sanguinaria stagione della mafia corleonese, di chi quella stagione l'ha vissuta e del gruppo di uomini che ha catturato Riina. Una settimana che diventa il racconto di un'epoca.

    La promessa

    A bussare alla porta è il colonnello Mario Mori, il capo del Ros, l'organo investigativo dell'arma dei carabinieri, specializzato sulla criminalità organizzata. Ultimo e Mori sono amici, si conoscono bene. Il colonnello Mori incarica ufficialmente Ultimo di andare a Palermo a catturare Riina, specificando che gli occhi dell'opinione pubblica saranno puntati sulle attività dell'esercito in strada, ma il gruppo d'assalto sarà il suo. Per Ultimo questa, oltre ad essere una grande investitura, è anche la possibilità di mantenere una promessa che ha fatto a sé stesso 10 anni prima.

    In un flashback andiamo nel 1982 nel giorno dell'attentato al generale Dalla Chiesa. Allora il futuro Capitano Ultimo è un giovane allievo dell'accademia militare di Modena e la notizia lo sconvolge. Aveva conosciuto il generale Dalla Chiesa poche settimane prima. Il generale aveva da pochi giorni accettato di diventare il prefetto di Palermo, doveva abbandonare l'arma dei Carabinieri e aveva organizzato un saluto all'arma proprio all'accademia di Modena. Alla fine della cerimonia ufficiale, il generale Dalla Chiesa aveva invitato alcuni cadetti a pranzare assieme e, in un clima informale, li aveva istruiti sui principi fondamentali di solidarietà che devono muovere l'arma dei carabinieri. Il Generale quel giorno diventa il punto di riferimento di Ultimo. Per questo, quando, qualche settimana dopo, il giovane Ultimo sente alla radio la notizia del suo attentato, promette a sé stesso di finire l'accademia, di chiedere un trasferimento in Sicilia e di catturare i suoi assassini.

    Dopo l'investitura ufficiale di Mori, Ultimo chiama la compagna, per invitarla a cena. Al ristorante arriva per primo. Ultimo mentre aspetta la compagna chiacchiera con un cameriere filosofo che partendo da una discussione su alcuni calciatori presenti al ristorante, fa delle considerazioni profonde sulla situazione politica italiana del momento e sul perché non è stato eletto Andreotti, il controverso segretario della Democrazia Cristiana, come presidente della Repubblica due giorni dopo l'attentato di Capaci.

    Quando arriva la compagna, prima di poterle dire che si dovrà trasferire in missione segreta, è investito dal dramma di lei. È bosniaca e la guerra nella ex Jugoslavia sta investendo la sua famiglia. Ultimo si dispiace molto e molto partecipa al dolore di lei, ma non può fare altro che darle la notizia della sua partenza, senza poterle spiegare né dove andrà, né a fare cosa.

    L'azione si sposta nuovamente al gennaio del 93, quando, dopo la prima giornata di Osservazione Controllo e pedinamento, dopo le rivelazioni di Di Maggio, Ultimo e i suoi uomini si riuniscono nel negozio di fiori. A segnare un ulteriore passo avanti è la segnalazione di Vichingo che dopo un giorno di osservazioni ha trovato sul citofono di un cancello verde, proprio dalle parti in cui solo il giorno prima aveva perso uno della famiglia Ganci che stava pedinando, il cognome "Sansone".

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    29 mins
  • Il battesimo

    Il battesimo

    La cattura 7
    Apr 3 2022

    Una sera di gennaio del 1993 in una remota provincia italiana, due giovani carabinieri, fermano un'auto. Una settimana dopo, il 15 gennaio 1993, Totò Riina viene arrestato, dopo 24 anni di latitanza. La cattura è il racconto di quella settimana decisiva. Quei pochi giorni fanno da cornice al racconto della sanguinaria stagione della mafia corleonese, di chi quella stagione l'ha vissuta e del gruppo di uomini che ha catturato Riina. Una settimana che diventa il racconto di un'epoca.

    Il battesimo

    Il mattino successivo Omar e Vichingo sono in Osservazione davanti a quel cancello verde. Sono travestiti da meccanici alle prese con un'auto in panne, quando gli si avvicina un passante. L'uomo gli fa alcune domande su un problema della sua auto, Omar e Vichingo hanno il dubbio che si tratti di qualcuno mandato a controllare e trovano una scusa per allontanarsi e tornare al negozio di fiori. Là Aspide e Arciere stanno impartendo i compiti di Osservazione Controllo e Pedinamento agli altri membri del Crimor.

    Il flashback ci porta a qualche anno prima, quando il colonnello Mori, Il Baffo, e il capitano Ultimo fondano il Crimor, scegliendo i suoi membri fra i carabinieri messi ai margini. A Palermo intanto il crimor si disperde nella città, Ombra si posiziona sul furgone denominato La Balena, Solo e Pirata scendono nei tunnel sotterranei travestiti da operai delle telecomunicazioni per piazzare dei microfoni ambientali attraverso i tombini. Parsifal e Scorpione si travestono da spazzini e perlustrano il quartiere. La loro presenza viene però notata da due giovani militari dell'operazione Vespri Siciliani, particolarmente solerti.

    Alla richiesta dei due giovani militari di un documento di identificazione, Parsifal e Scorpione non possono dare le loro generalità reali per non rischiare di compromettere l'operazione, si accorgono di aver dimenticato i loro documenti falsi e, non potendo essere identificati, vengono trasferiti in caserma per accertamenti.

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    33 mins
  • Mammifero cieco

    Mammifero cieco

    La cattura 8
    Apr 3 2022

    Una sera di gennaio del 1993 in una remota provincia italiana, due giovani carabinieri, fermano un'auto. Una settimana dopo, il 15 gennaio 1993, Totò Riina viene arrestato, dopo 24 anni di latitanza. La cattura è il racconto di quella settimana decisiva. Quei pochi giorni fanno da cornice al racconto della sanguinaria stagione della mafia corleonese, di chi quella stagione l'ha vissuta e del gruppo di uomini che ha catturato Riina. Una settimana che diventa il racconto di un'epoca.

    Mammifero cieco

    Una volta in Caserma, Parsifal e Scorpione tentano di farsi rilasciare, ma senza successo, trovano però il modo di avvisare gli altri del gruppo via telefono. Una volta saputa la notizia il gruppo si adopera per tirare fuori i due dalla caserma, senza che nessuno venga a scoprire che sono due Carabinieri in missione. Nel retro del negozio di fiori ci sono posizioni differenti su come agire per liberare Parsifal e Scorpione. Ultimo ricorda ai presenti del giorno in cui sono scesi in nave da Genova a Palermo quando, un po' per passare il tempo, un po' per entrare nel clima che avrebbero trovato in Sicilia, hanno inventato il gioco del: "mammifero cieco".

    Il flash back racconterà di quel viaggio e di come Ultimo e gli altri, attraverso un gioco inventato al momento, approfondiscano fatti di mafia legati alle talpe nelle questure. In particolare ripercorrono le vicende degli agguati mortali a Ninni Cassarà, a Boris Giuliano e alla famiglia del pentito Francesco Marino Mannoia. A Palermo intanto Aspide, si sente responsabile di non aver fornito dei documenti di copertura a Parsifal e Scorpione e si occupa in prima persona di liberare i due colleghi. Si reca in Caserma, travestito da militare d'alto grado e fa pesare la gerarchia ai due giovani militari dell'Operazione Vespri Siciliani che hanno fermato Parsifal e Scorpione.

    Da loro ordini generici per allontanarli e non senza fatica riesce nel suo intento. Una volta tornati alla base, dalla Balena arriva la notizia, da parte di Ombra, di aver avvistato il vivandiere di Riina e chiede agli altri di seguirlo.

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    31 mins