Mobbing, dipendenze affettive, anoressia, abusi, stereotipi e transizioni di genere, violenze, disturbi mentali, malattie rare, segreti, estorsioni e ricatto, dolore, bullismo e lutto: sono queste le "ombre" della seconda stagione di Lodo - L’Ombra delle Donne.
Storie personali, raccontate dalla vibrante voce del cuore di 12 donne che hanno affrontato il dolore e il disagio profondo e, in questo podcast, si aprono ad una narrazione autentica ed intima di vissuti incomodi, inconfessabili, di tabù.
Non sono le stories con le lenti colorate, ma le vite non filtrate di Carolina, Dora, Ilaria, Francesca F, Angela, Mariachiara, Francesca M, Cecilia, Palma, Francesca G, Claudia e Delia che hanno mostrato, in confidenza, le proprie ombre dense e caliginose.
Un ascolto attivo di queste storie ci aiuta ad esercitare la solidarietà e la ribellione, a non sentirci sole nei momenti in chiaro/scuro, ma soprattutto aumenta la consapevolezza che è proprio il susseguirsi di squarci di luce e pozzi d'oscurità a definire la bellezza femminile, quella non effimera, compiuta appunto nei suoi opposti.
Queste donne, non sono perfette, non si giustificano, non spiegano la loro redenzione per sembrare migliori: ci sussurrano, come ad certo punto della loro vita, siano riuscite a "spezzare l'incantesimo" che le imprigionava.
Sono conversazioni confidenziali tra la host e 12 donne, normalissime, che si espongono raccontando il coraggio di essere "presenti" nella sorellanza e accrescendo quella consapevolezza che Edda Billi ha chiamato "donnità".
Sound Design: Paolo Corleoni Post Produzione: Valeria Ardito Illustrazioni: Mariachiara Tirinzoni
Vittima - Qualcosa piu' grande di me
Francesca vive a nord ormai da anni e in questa puntata mostra la disperazione dell'esilio imposto a lei, e alla sua famiglia, che si è ribellata al racket delle estorsioni e all'usura. Trasferirsi a 2000 km più a nord non è stata una libera scelta, ma una fuga dalla Calabria e da una città che diventa "terra bruciata" intorno a lei. Il papà di Francesca si chiama Pasquale ed è un piccolo imprenditore di Lamezia Terme, titolare di un'azienda di impianti elettrici, molto apprezzato per la sua bravura e umanità.
Nel 1999 un grosso cliente non rispetta dei pagamenti e, per evitare il fallimento e mandare a casa gli operai, Pasquale Miscimarra accetta l'aiuto di un mediatore, cadendo in una trappola debitoria, tessuta dalle mani di usurai, imprenditori collusi e delinquenti. La delinquenza in Calabria viene chiamata ‘ndrangheta. Una parola che ha il suono di uno scioglilingua, e che per dirla la bocca si apre in una specie di ghigno, una beffa.
Pasquale tiene la famiglia all'oscuro di tutto, nel tentativo di proteggerla, fino a quando Francesca, a 30 anni, decide di subentrare nell'azienda e ingrandirla. E' questo il momento in cui entra nel cono dell'ombra: l'azienda è nelle mani di personaggi senza scrupoli, erodono le finanze dell'impresa e mettono in pericolo la vita della sua famiglia. Capisce presto che la trappola dell'usura si è evoluta in una grande manipolazione criminale, quella dell'estorsione, chiamata anche racket, pizzo, busta. Uno strumento antico di lenta tortura, che serve per marcare il territorio delle 'ndrine, "un dovuto per rispetto", che non si esaurisce nel pagamento di somme di danaro, ma si realizza in un meccanismo subdolo di vessazione, che annulla piano piano la volontà di chi subisce e resta immobilizzato dalla paura.
I suoi ricordi sono una processione fatta di verbalizzazioni, intercettazioni, perquisizioni, denunce. In questo racconto, a volte, le sfumature tra i buoni e i cattivi sono labili, ma Francesca va avanti imperterrita, nell'incoscienza tipica della giovinezza, fino a quando, a marzo del 2007, nell'ambito dell'operazione Sisifo, alcuni degli aguzzini vengono arrestati. Può sembrare una vittoria, ma non lo è.
Il terribile copione prevede che intorno "a chi ha collaborato" si faccia terra bruciata: gli amici, i parenti e i clienti, per paura, scompaiono. Francesca mi parla di intimidazioni, aggressioni, minacce violente, prevaricazioni bestiali e sparatorie: una mentalità omertosa e criminale che costringe tutta la famiglia alla fuga. Da qualche tempo accanto a Francesca ci sono ALA - l'Associazione Antiracket Lamezia e Trame - il festival dei libri sulle mafie. In queso episodio Francesca mette a nudo le sue paure e ammette le fragilità di una donna, che, nonostante il coraggio della ribellione alla ‘ndragheta, si sente ancora precaria e timorosa nell'esilio imposto, e chiede aiuto, con dignità e solida fiducia nello stato.