• Capitolo IX - Non perdere mai la memoria!
    Mar 15 2024
    La memoria, la memoria pubblica, non è mai una fotografia nitida del passato, ma è spesso selettiva, mutevole, può essere soggetta a deformazioni, alla dialettica del ricordo, dell’amnesia, dell’oblio, è vulnerabile, è suscettibile di lunghe latenze, ma anche di improvvisi risvegli: la memoria va allora preservata e trasmessa, anche quando è dolorosa come la memoria della violenza mafiosa.
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  • Capitolo VIII - All’Ortica la storia la conoscono anche i muri!
    Mar 14 2024
    Dipinti sul grande muro del ponte ferroviario che attraversa il quartiere Ortica, ritroviamo i volti del generale dalla Chiesa, dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, di Lea Garofalo: volti sereni, che ricambiano con un sorriso lo sguardo al visitatore, ognuno raccontando la propria storia e, con essa, riconsegnando una testimonianza sull’impegno nel contrasto alla criminalità organizzata e sulla bellezza di essere cittadini liberi e consapevoli.
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  • Capitolo VII - Lea che si ribellò alla ‘ndrangheta
    Mar 14 2024
    La ‘ndrangheta impone il silenzio, l’omertà: Lea, invece, parla, denuncia, collabora con le autorità.
    La ‘ndrangheta impone alla donna la sottomissione, col compito di trasmettere ai figli i codici d’onore della cosca.Lea, invece, si ribella, rompe i legami con la cosca, e segna e insegna alla figlia la strada del coraggio e della partecipazione responsabile alla società. A Milano Lea cercava una nuova vita. A Milano Lea venne uccisa il 24 novembre 2009.
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  • Capitolo VI - Un sindacalista onesto e coraggioso
    Mar 14 2024
    All’alba del 4 febbraio 1995 a Corsico, alle porte di Milano, viene ucciso, a colpi di lupara, Pietro Sanua, un commerciante che stava allestendo la sua bancarella al mercato. Chi l’ha ucciso? E perché? Il delitto, di matrice ‘ndranghetistica, va con ogni probabilità ricondotto alla sua attività sindacale e associativa, e alla sua caparbia volontà di tutelare, attraverso il rispetto delle regole, i diritti di chi lavora.
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  • Capitolo V - Tritolo dalla Sicilia per Milano
    Mar 14 2024
    27 luglio 1993: un’autobomba esplode davanti alla Galleria di arte moderna e al Padiglione di arte contemporanea, in via Palestro, provocando la morte di sette persone. È la stagione della mafia stragista, che decide di colpire anche fuori dalla Sicilia, prendendo di mira il patrimonio artistico nazionale, in reazione agli esiti del Maxiprocesso di Palermo e all’inasprimento della legislazione antimafia: nella stessa notte una bomba esplode anche Roma, come già due mesi prima a Firenze.
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  • Capitolo IV - Anche a Milano cresce l’albero di Falcone!
    Mar 14 2024
    Anche se Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non vissero e non operarono mai direttamente qui, la città di Milano – e prima ancora, la cittadinanza di Milano, gli studenti e le studentesse dei licei di Milano con i loro docenti – hanno voluto dedicare loro un giardino, e piantare l’albero della legalità, che affonda le sue radici nel coraggio e nella professionalità di questi due magistrati per protendere i suoi rami sempre più verso l’alto.
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  • Capitolo III - I miei carabinieri
    Mar 14 2024
    Quel monumento d’acciaio dalla forma a prima vista bizzarra che si trova nella centralissima piazza Diaz a Milano rappresenta una fiamma: è la fiamma dei Carabinieri, cui il monumento rende omaggio.


    Ai suoi piedi una targa ricorda il generale dalla Chiesa che, facendo leva proprio sulla collaborazione con i “suoi carabinieri” e sulla valorizzazione del tessuto onesto della nostra società, introdusse nuove tecniche di indagine e nuovi metodi di contrasto alla criminalità, a partire da quella mafiosa.
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  • Capitolo II - Solo nell’interesse del Paese
    Mar 14 2024
    Una banca guidata da un finanziere spregiudicato, Michele Sindona, che, con l’appoggio della mafia siciliana e di una parte della politica, vuole inquinare l’economia italiana; un commissario liquidatore, l’avvocato Giorgio Ambrosoli, che tutela, fino all’estremo sacrificio, i valori della legalità e che, grazie alla sua onestà e competenza, spezza le trame di chi avrebbe voluto addossare sulle spalle della collettività la voragine finanziaria provocata dalle speculazioni sindoniane.
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