• 04 | Gemona del Friuli. Inventare l'oltremare
    Jan 27 2025
    Prima ancora di conquistare i territori e sottometterne le popolazioni è necessario colonizzare l’immaginario. Fare in modo cioè che le operazioni coloniali avvengano in clima di consenso e perciò siano percepite dagli italiani come un diritto e addirittura un dovere. Colonizzare l’immaginario significa inventare un oltremare a misura di colonialista. Per fare questo si mobilitano cineasti, scrittori, illustratori, fumettisti. Partendo dal buio degli archivi cinematografici della Library of Congress di Washington, abbiamo raccolto schegge di cinema, romanzo e fumetto, dalla Siberia fino agli altipiani etiopi.
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  • 03 | Monfalcone. Consumare l'Africa
    Jan 20 2025
    Agli albori del Novecento, un armatore triestino riesce a farsi finanziare la costruzione di un nuovo cantiere navale su un terreno paludoso poco distante la foce del fiume Isonzo. Il cantiere di Monfalcone sarà uno dei siti individuati dal regime fascista per la costruzione della nuova flotta bananiera: quattro navi nuove di zecca, moderne, italianissime e in grado al bisogno di trasformarsi in navi da guerra. Si chiamano RAMB e devono trasportare le banane somale nei porti del Belpaese e da lì sulle tavole degli italiani.
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  • 02 | Udine. La linea del colore
    Jan 13 2025
    Il colonialismo italiano si caratterizza per una marcata vena di razzismo su cui la propaganda fa leva per accrescere il consenso nei confronti delle campagne di occupazione dei territori “oltremare”. Si conquista l’Africa per civilizzarla, modernizzarla ed educarne le popolazioni, a tutti gli effetti considerate inferiori. Una propaganda che convince anche una parte delle popolazioni africane, tanto da unirsi in combattimento sotto il comando delle forze italiane: gli ascari. Ma il Friuli è protagonista di una storia diversa: un cittadino africano che trasferito in Italia diventa ufficiale del Regio Esercito Italiano, o forse no.
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  • 01 | San Vito al Tagliamento. La croce e la spada
    Jan 7 2025
    Si può credere che l'epoca del colonialismo sia morta e sepolta. Invece ancora oggi le sue tracce sono vive e presenti. Cosa raffigura ad esempio la pala d'altare in fondo alla navata sinistra nella Chiesa di San Lorenzo a San Vito al Tagliamento? Come arriva una giovane pigmea di 12 anni nello studio di un fotografo triestino alla fine dell'800? Nella prima puntata di questo viaggio in FVG alla ricerca di ciò che resta del colonialismo, incontriamo due protagonisti di quella stagione a cavallo tra '800 e '900 in cui missionari ed esploratori aprivano la strada alla successiva colonizzazione del continente africano: un friulano di San Vito al Tagliamento, Mons. Coccolo e un triestino d'azione, Romolo Gessi.
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