Capitolo VIII - Nietzsche
Perché abbiamo bisogno di Nietzsche oggi? Perché abbiamo bisogno di qualcuno che ci travolga con la sua passione. Perché ama la musica e scrive divinamente. Perché è lungimirante: dice che siamo governati dal Caos e non dalla Ragione e sinché ci ostineremo a pensare il contrario continueremo a stupirci del fatto che le cose non vadano nel modo "giusto". Perché se la prende con la "religione del lavoro" che ci fa consumare un'enorme quantità di forza nervosa che finiamo col sottrarre all'amore e a tutte le nostre emozioni più vere. Perché ci grida in faccia di fermarci a riflettere: che stiamo obbedendo come un "gregge" agli imperativi di una società che ci chiede di fare tutto ciò che vuole, senza farci troppe domande. Perché è vero che è morto folle, ma è meglio che viverci in quel modo.
Episodio 8 - Nietzsche sotto le sue superdonne
Nietzsche cresce in un gineceo, coccolato da donne che lo proteggono e lo opprimono. Forse per questo cerca nelle amicizie uomini centrati e sicuri di sé, come Jacob Burckhardt e Wagner. Tuttavia sono almeno 5 le donne della sua vita. La mamma Franziska che ne seguirà amorevolmente le crisi. La gelosissima sorella Elizabeth, che tenterà di proteggerlo dalle insidie dell'amore, ma che poi manipolerà i suoi scritti. Mawilda, l'amica fedele, che cercherà invano di accasarlo, l'intrigante Lou von Salomè per cui perderà letteralmente la testa e Cosima Wagner, la donna cui resterà intimamente legato e a cui dedicherà dolci pensieri anche al culmine della pazzia.
Forse nessun filosofo ha amato di più le donne, desiderandole, fuggendole e finendo con l'esserne oggetto di scherno. Sempre vittima e bersaglio, mai "carnefice" e non è poco in un mondo che tratta spesso le donne con sussiego. Eppure Nietzsche non riuscirà mai a trovare la compagna giusta. Non che fosse brutto, senza baffi si sarebbe potuto definire persino "carino", ma le donne non avvertivano in lui quell' atteggiamento che induce una donna a desiderare di essere posseduta. Il che è strano per un uomo che afferma "Chi si stanca di volere, vuole il nulla".
Non che fosse insensibile al fascino femminile, aveva standard precisi: giovani, alte, belle, bionde. Forse un po' troppo per un timido professorino. Dall'eterea Anna, giovane berlinese che lo colpirà danzando in una radura, sino a Resa von Schirnhofer, l'ultima, che dirà "era pieno di tatto nei confronti del sesso femminile". Forse troppo. Nessuna ne resta colpita, il suo amico Peter Gast dirà: "Frederich è di una sensibilità più delicata della più delicata delle fanciulle".
Non ne indovina una: chiede la mano a ragazze appena conosciute, col loro amante da sensale, sceglie la sorella come compagna per gli incontri con Loù Salome, sviluppa insane passioni per le donne degli amici: è un gaffeur seriale, per quanto abbia scritto pagine penetranti sull'animo femminile. Gli riesce colla penna ciò che gli vien difficile nella vita. Concluderà il suo rapporto colle donne con una sentenza che non si sa se offenda più gli uomini o le donne: "Amare le donne intelligenti è un piacere da omosessuali".
L'esaltatore di Dioniso relega la sua animalità in un angolo, sembra si accontenti di ammirare una donna e di goderne la compagnia, senza correre il rischio di arrivare al dunque. Come accadde con Cosima, Lou e tutte le altre. Al punto da farlo sembrare desessualizzato. "Ha il cuore nel cervello", scriverà Lou. E la colpa non è di Socrate, né di Euripide e nemmeno di Dio. Ecco la triste e meravigliosa storia di un filosofo che pur avendo creato il mito del Superuomo si è ritrovato a essere vittima e pedina di una vasta schiera di Superdonne.