• SURA 11 - Hud
    Mar 4 2025

    tratto da: Il corano A cura di Alberto Ventura

    La sura deve il suo nome al profeta inviato agli Ad, popolazione dell’Arabia meridionale di cui si è già parlato nella sura 7. Con Salih e Shu‘ayb, Hud fa parte dei profeti sconosciuti alla Bibbia che appartengono al patrimonio religioso dell’Arabia.

    La tradizione ritiene che la sura, cinquantaduesima in ordine cronologico, sia per la maggior parte meccana, fatta eccezione per i vv. 12, 17 e 114.

    (Noè, Hud, Salih, Shu‘ayb, Mosè) e alcuni versetti si ripetono dall’una all’altra, come un ritornello. Solo il passo su Abramo (vv. 69-83) interrompe questa continuità; infatti il v. 91, che elenca i profeti di questa seconda parte, non menziona il patriarca. La parte finale riassume l’insegnamento di queste narrazioni e riprende le considerazioni generali aell’introduzione. Poiché il v. 116 sembra riferirsi ai quattro uffici quotidiani, è legittimo ritenere che la sura risalga all’ultimo periodo meccano dell’apostolato di Muhammad.

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  • SURA 10 - Yunus - Giona
    Feb 27 2025

    tratto da: Il corano A cura di Alberto VenturaQuesta sura, rivelata dopo la 17, secondo la tradizione è meccana per la maggior parte dei suoi versetti, come anche le quattro sure successive.Identificato, secondo gli esegeti musulmani, con Dhu l-Nun, che appare in 21:87 e al quale si fa solo una breve allusione nel v. 98 («quello della balena» o «del pesce»); questa figura profetica ritorna in 37:139-148. La sura insiste sul modo in cui Dio si rivela alla Sua creazione attraverso profeti ammonitori e portatori di una scrittura celeste. Riprende sotto una particolare angolazione la storia di Noè (vv. 71-74) e di Mosè (dal v. 75 alla fine), già ricordati nella sura 7. «Il popolo di Giona»: gli abitanti di Ninive, antica città sumerica che fu capitale dell’Assiri, è il solo, nel Corano, a non essere stato colpito dal castigo divino.

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  • SURA 17 - AL-ISRÂ’ - IL VIAGGIO NOTTURNO
    Feb 27 2025

    tratto da: Il corano A cura di Alberto VenturaSecondo la tradizione, la sura è meccana ad eccezione di qualche versetto. Alcuni orientalisti sono più cauti, ma ammettono che alcune parti sono antiche.Il titolo è legato al primo versetto, che secondo il parere unanime dei commentatori allude al mi‘raj, il periplo celeste effettuato una notte da Muhammad.



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  • Sura 28 - Al-Qasas - Il Racconto
    Feb 26 2025

    tratto da: Il corano A cura di Alberto Ventura

    Questa sura appartiene all’ultimo periodo meccano a esclusione, secondo alcuni, del v. 85, rivelato durante il trasferimento da Mecca a Medina (622 d.C.), e dei vv. 52-55, rivelati a Medina. Il titolo è tratto dal v. 25, dove è detto che Mosè raccontò la sua storia; e buona parte di questa rivelazione è in effetti dedicata a Mosè, esempio, conforto e motivo di conferma per Muhammad

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  • Sura 27 - An-Naml - Le Formiche
    Feb 26 2025

    tratto da: Il corano A cura di Alberto Ventura

    La sura è generalmente considerata meccana nella sua interezza. Il titolo è tratto dal v. 18, dove è questione di una formica che mette in guardia le compagne contro il passaggio dell’esercito di Salomone. A quest’ultimo, la cui figura apre un’antologia sui profeti anteriori a Muhammad, è dedicato ampio spazio. La sura termina con l’immagine dell’aldilà e una lode a Dio per il sicuro trionfo dei credenti.

    v. 4 È uno dei molti casi in cui il Corano afferma l’assoluta volontà di Dio, che presiede alle percezioni e alle azioni degli uomini (cfr. soprattutto 13:27; 14:4; 16:93; 74:31); per l’«abbellimento» del male del quale Dio stesso è autore, cfr., per esempio, 3:14; 6:108. «Brancolano nel buio come ciechi»

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  • Sura 26 - Ash-Shu'arâ' - I Poeti
    Feb 4 2025

    tratto da: Il corano A cura di Alberto Ventura La corposa sura è meccana, a esclusione, secondo alcuni, dei vv. 197 e 225-227. Prende il titolo dal v. 224, dove i poeti, figure dotate di grande prestigio nell’Arabia preislamica, sono accusati di essere fonte di traviamento. Vi si esplorano temi tanto importanti quanto consueti: gli evidenti prodigi di Dio e la santità del Corano che i miscredenti tacciano di menzogna, le storie dei profeti anteriori a Muhammad, dei quali è delineata un’ampia panoramica, l’equo giudizio finale e l’aldilà; si afferma l’origine diabolica della poesia al pari della stregoneria: l’ampia maggioranza dei poeti erra e mente, e solo gli smarriti li seguono.

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  • Sura 56 - Al-Waqi'a - Quel che Accadrà
    Jan 11 2025

    tratto da: Il corano A cura di Alberto Ventura Il titolo della sura, tratto dal v. 1, lascia indefinito il soggetto del verbo «accadrà».

    Per i commentatori si tratta della resurrezione, dell’ora della fine del mondo o del giudizio finale.

    Questi eventi sono tuttavia distinti e si succedono secondo un ordine preciso, senza d’altronde che il testo ne dia un’indicazione temporale: ai «segni dell’ora» farà seguito l’ora, annunciata da un grido o dal suono di una tromba (cfr. dc 596-597); Dio farà allora scomparire l’universo, gli uomini usciranno dalle tombe per comparire in giudizio, prima di essere irrevocabilmente destinati alla loro condizione futura.

    Nella prima parte l’elemento più interessante è senza dubbio la loro ripartizione in tre gruppi (vv. 7-10), indicazione che ha suscitato svariate interpretazioni. Basterà qui osservare che le successive descrizioni del paradiso e dell’inferno si contrappongono, parola per parola, allo stesso modo in cui le caratteristiche dei «compagni della destra» sono l’esatto contrario di quelle dei «compagni della sinistra». Quanto alla terza categoria di risorti, sembra destinata a un paradiso più prossimo al trono di Dio; ma non si menziona ancora qualche luogo superiore che, al di là di ogni dualità, trascenda le dimore escatologiche.

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  • Sura 20 - Tâ-Hâ
    Jan 11 2025

    tratto da: Il corano A cura di Alberto Ventura La sura è certamente meccana, come afferma la tradizione, anche se si può rilevare l’inserimento di vari versetti medinesi. È probabile che risalga al periodo centrale dell’apostolato di Muhammad nella sua città natale, perché Dio vi è designato come al-Rahman.

    La popolarità della sura deriva dal fatto che contiene i versetti che, secondo la tradizione, provocarono la conversione di ‘Umar, illustre compagno del Profeta, secondo dei califfi di Medina.

    Tre parti si succedono dopo un preambolo.

    Il contenuto è caratterizzato da un passo molto lungo su Mosè, dove è messa in risalto la sua missione profetica, quella di riportare gli interlocutori – Faraone, ma anche i suoi stessi correligionari – in seno al puro monoteismo.

    Poi la sura giustappone a questo episodio, senza che vi sia alcuna connessione, un ricordo della caduta di Adamo. Prosegue sottolineando i tormenti della resurrezione per gli uomini ciechi ai «segni» divini, tema tipicamente meccano.

    Ed infine si rivolge direttamente al Profeta, come avviene spesso nei brani rivelati a Mecca.

    Sulle lettere isolate che aprono questa sura, cfr. il commento a 2:1 Tabari, un famoso commentatore del Corano, fa notare che in altre lingue semitiche «oh uomo». Questa interpretazione potrebbe adattarsi al testo.

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